sabato 5 gennaio 2013

La torta del sor Carlo.

Siamo verso la fine degli anni '80, è una bella giornata di maggio e voglio impressionare il padre del mio fidanzato Pino, candidato suocero suo malgrado.
La situazione è delicata, le famiglie non si stanno particolarmente simpatiche e nella mia ingenuità di venticinquenne con lo sguardo a cuoricino decido di preparare un fantastico dolce ispirato e dedicato al rigido e diffidente capofamiglia palermitano.
Sfoglio per ore la prima enciclopedia di cucina in dieci volumi e l'intera collezione di cucina creativa mondadori acquistate grazie al mio remuneratissimo lavoro di direttore di produzione (oggi molto rimpianto dal mio conto in banca), preda di atavici dubbi sulle mia capacità in generale e su quelle culinarie in particolare.
Alla fine decido per un mix di ricette che mi dia la possibilità di creare quella che, sono convinta, ammorbidirà la convinzione del signor Carlo a proposito della mia mentalità autonoma da donna in carriera non mi renderà compagna o madre superficiale e disinteressata, anche se preferisco acquistare il guardaroba piuttosto che crearlo seduta davanti alla macchina da cucire Necchi, tramandata orgogliosamente dalle donne della sua famiglia.
Dopo tutto voler bene a qualcuno significa prendersene cura anche col cibo, o no?

Quindi parte l'operazione conquista con la preparazione di quella che mio padre battezzò Torta del sor Carlo.
Se non ricordo male ci ho messo più di un'ora e la cucina alla fine era un disastro, con grande disappunto di mia madre.
Non ho fotografie a testimonianza della catastroife finale,ma ho appuntato tutto nel mio quaderno raccogli ricette anni ottantissimo!!!


Gli ingredienti sono per 6/8 persone:
Un pan di spagna da 20cm, mezzo chilo di panna montata, 5 cucchiaiate di zucchero al velo, 3 kiwi, 2 banane, 2 rotelle di ananas fresco, 2 mezze pesche sciroppate, il succo di mezzo limone.
Crema pasticcera preparata con: 8 uova, 1l di latte, un etto di farina, una stecca di vaniglia, la scorza grattugiata di un limone non trattato.
Sciroppo preparato con 5 cucchiaio di zucchero di canna e due bicchierini e mezzo di Cointreau.

Si taglia tutta la frutta a fettine sottili cospargendola di succo di limone e zucchero al velo.
Poi si preparano la crema pasticcera e lo sciroppo e si lascia raffreddare il tutto.
Visto che il desiderio di fare colpo mi guidava, ho acquistato un foglio di carta orlata di pizzo, di quelle da pasticcere (il mio Ego culinario svolazzava già da più di un decennio).
Quindi ho tentato (è il termine giusto) di tagliare la forma di pan di spagna, cresciuto con una evidente protuberanza laterale, in quattro dischi sottili ottenendo invece quattro simil fettone tutte buchi, grazie alla mia naturale propensione per i tagli disomogenei.

Ho ricavato dai dischi bucherellati, altrettanti dischi aiutandomi con una tazza usata a mo' di stampino, salvando il salvabile. Poi ho posizionato il primo disco al centro del foglio e l'ho spruzzato con un poco dello sciroppo preparato ricoprendolo con alcune delle fettine di banana e un po' della crema pasticcera, livellandola bene.
Ho proseguito così, alternando pan di spagna bagnato di sciroppo, frutta, crema e anche panna montata fino ad esaurimento.

Il risultato finale avrebbe dovuto essere una cupola di panna a ghirigori su cui adagiare la calotta ritagliata dell'ananas con le sue foglie. Il risultato reale è stato invece più simile alla conseguenza di una battaglia di torte in faccia degne del cinema muto hollywoodiano.

Magari è per questo che l'unione con Pino si è conclusa con una comica finale!



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